Assessorato alla cultura
Montelabbate - “Spazio Nobili”
Leonardo Nobili a partire dagli anni’70 ha esposto le sue opere in diverse gallerie, spazi pubblici e musei, con mostre di pittura, scultura, fotografie, video d’arte e performance, sia in Italia che all’estero.
Ecco alcune delle sue esposizioni più significative degli ultimi anni:
New York, Wall Sreet, 2011 Performance “Noble Money” (Soldi Nobili) nell’occasione della protesta Occupy Wall Street.
Rovereto (TN) 2012 Biblioteca Civica “G. Tartarotti” – “Art-Book” con una performance di Clio Gaudenzi, dal titolo “Pagina dopo pagina”, in collaborazione del Museo Mart, a cura di Antonella Corrain.
Amatrice (RT) 2012 “Antiphysis”, ex Chiesa di San Giuseppe, videoproiezioni e performance con Inanna Trillis, a cura di Dino Del Vecchio.
Rovereto (TN) 2013 Museo Mart “video d’artista”: giornata di studio, confronto, sperimentazione; a cura di Veronica Caciolli.
Roma, 2013 Piazza di Pietra, 28 Fine Art Gallery – “MutAzioni” con una performance di Inanna Trillis, a cura di Sara Palermo.
Milano, 2013 Spazio Tadini – “Percorsi” con una performance dal titolo “Crisalidi”, Gall. Corso Vittorio Emanuele, a cura di Francesco Tadini.
Pieve di Cento (Bo), 2014, Museo Magi 900, “Gest-Azione”, a cura di Valeria Tassinari.
Pesaro, 2015 - Piazzetta Mosca (Musei Civici) Performance "Frammenti nello spazio"
Una vocazione esplicitamente esistenziale, in cui una tecnica strettamente pittorica si coniuga con la sperimentazione di diversi materiali e con l’esplorazione del corpo come strumento operativo, individua nella ricerca artistica di Leonardo Nobili una temperatura espressiva coerente. Nonostante la molteplicità dei linguaggi esplorati, i cui esiti più recenti sono documentati da quest’ ampia personale, la cifra più caratterizzante dei suoi lavori sembra, infatti, l’esplorazione di un vissuto emozionale, teso e irruente, che rende leggibile lo sviluppo del suo percorso creativo secondo una linea di tensione costante. Dalle prove di pittura pura, alle sculture, alle tavole tridimensionali assemblate con oggetti e frammenti, fino alle azioni performative, Nobili non vuole precludersi nessuna possibilità di giocare con la citazione postmoderna. Certo, alle spalle di questi lavori, si avverte con evidenza la storia delle avanguardie internazionali del secondo Novecento, dall’espressionismo astratto statunitense (Franz Kline in primis) alle ibridazioni polimateriche del New Dada, fino alle notissime performances (si pensi almeno a quelle ideate da Yves Klein), in cui il corpo della modella è stato utilizzato come supporto e, provocatoriamente, come strumento di un’azione pittorica dirompente, tesa a uscire dalla tela per entrare nella vita stessa. L’esperienza internazionale dell’artista, che ha vissuto e operato a New York, ha lasciato un’impronta evidente, che non occulta, tuttavia, la volontà di sondare liberamente le regioni del visibile, senza porsi limitazioni o modelli predominanti. Nello svolgersi del lavoro, anche quando questo sembra sostenuto da un’ispirazione puramente concettuale, resta sempre importante la centralità dell’opera, di ogni singola opera capace di porsi come tentativo di catturare un equilibrio improvviso e temporaneo, nel fluire irruento dell’azione e dei giorni, che non sono mai uguali.
Valeria Tassinari, 2014 Curatore Museo magi’900
“Leonardo Nobili ci propone, e da anni, la sua “partita a scacchi” con l’arte, le sue mosse e contromosse, insistite nello sviluppo dialettico/concettuale e nel contrapposto linguaggio stilistico, da riportare alla vivida luce della contemporaneità.
“...da co-protagonista, porta con sé e nel più stringente significato ideativo la ragione stessa di una instancabile ricerca concepita su una nuova prospettiva di libertà e sul sovvertimento di quei canoni costituitisi nel “tempo lungo” della post-modernità.
(Dino Del Vecchio, 2012)
“Nobili, artista concettuale eclettico, approfondisce le versioni dell’umano nel cammino verso le forme coercitive del profondo. La sua ricerca nell’arte non si ferma nell’icona rituale di un contesto puramente formale, ma oltrepassa il senso dell’estetica conservando un’etica di richiamo nel conservare il rito e il simbolo, di una cultura di appartenenza. Nobili ha impegnato la sua carriera nella ricerca dell’identità collettiva dell’uomo, sempre più contaminato dal frenetico cambiamento ambientale, dove nascono i conflitti dell’interiore. Le sue opere appartengono alla cultura introspettiva e rappresentano un viaggio nella memoria. …Le opere di Nobili diventano la ragione del conservare per non disperdere le identità del vissuto, per ricordare ciò che non si può cancellare, sigillando in questo modo la memoria”.
(Ives Celli, 2012)
Nuvole cosmiche, 2012
“Il filo conduttore delle opere di Leonardo Nobili è il vetro frantumato, una sorta di segno distintivo che ha marcato a fuoco la sua arte. Il vetro infranto, da sempre protagonista dei suoi lavori, riverbera una realtà del tutto aleatoria e fluttuante e in quanto tale è stato spesso impiegato dall’artista come metafora della precarietà e frammentarietà dell’esistenza, nonché di una profonda lacerazione interiore. Ma l’impiego di questo materiale ha anche permesso all’artista di sperimentare le possibilità della rifrazione per definire l’interazione della luce con la materia. Pur conservando una qualità aerea, nei suoi dipinti il vetro s’impone come forma e diviene anche colore. Il Grande Vetro di Duchamp, ispiratore in lontananza? si chiede il critico Bruno Mantura, osservando le opere di Nobili.
In anni più recenti l’artista sperimenta la natura materica del vetro anche nelle opere scultoree, in cui l’elemento specchiante diviene un tutt’uno con gli altri materiali impiegati, come ferro e acciaio; si pensi alla scultura La porta del tempo (collocata alle porte del suo paese natìo), in cui il vetro frantumato lascia intravvedere uno spazio cosmico infinito.
Nelle sue ultime opere scultoree il vetro diviene il protagonista assoluto: le sue più recenti ‘creazioni vitree’, liberandosi dalla pesantezza e dalla ruggine di certi materiali rivelano tutta la loro leggerezza e trasparenza, e come ‘nuvole cosmiche’ riflettono, oltre la lucida superficie, uno spazio etereo di purezza…”
(Francesca Nobili 2012 )
Leonardo Nobili: una storia contemporanea
Leonardo Nobili: origini e attualità di un percorso inquieto
…Un'inquietudine che affiora forte negli anni ottanta, quando l'artista approda su una figurazione solida ed espressiva cogliendo il cambiamento del sentimento comune, orientato verso la perdita di quella coesione culturale e sociale fino ad allora imprescindibile.
É un passaggio dirimente che segna il percorso successivo dell'artista il quale si pone in controtendenza rispetto alla moda dominante evitando un recupero del passato attraverso l'arcaismo simbolico, il genius loci o il figurativismo di maniera. Nobili sceglie una strada che dalla frantumazione dei vetri dei parabrezza delle auto, ritratti in modo quasi iperrealistico, passa alla rielaborazione paesaggistica in modo astratto approdando, a fine decennio, su di un recupero materico di matrice post informale, in cui alla pittura rappresentativa, si sostituisce la presentazione concreta della materia. Sono gli anni in cui l'artista si concentra su i vetri frammentati adagiandoli su supporti prelevati da ambienti del vissuto come Porta (1989), ma è anche il momento in cui Nobili si avvicina alla plastica, recuperando la lezione esistenziale di Alberto Burri che proprio in quel decennio ordinava e apriva al pubblico le sedi museali di Palazzo Albizzini e degli Ex Essiccatoi del Tabacco a Città di Castello, mostrando una silloge materica del proprio percorso.
Una tendenza che è approfondita in Nobili negli anni novanta, in cui la materia dialoga ancora con la pittura, allargandosi ad altre esperienze scultoree e fotografiche, complice anche il soggiorno a New York che, come ammette l'artista: "mi ha reso più consapevole di quale fosse la vera natura della mia poetica: esprimere tutta l'energia che io catturo dalla realtà che mi circonda e rielaborarla nei miei lavori" (Nobili 2003)…
(Lorenzo Fiorucci)